UNA CONVERSAZIONE CON OSVALDO SORDELLO
Nella tarda mattinata di giovedì 4 ottobre scorso, ci siamo recati in Frazione Morra a Villar San Costanzo, per un interessante tour nel mondo delle opere d’arte realizzate in acciaio inossidabile; nel cortiletto della dimora siamo stati accolti dal padrone di casa, Osvaldo Sordello, e dai due suoi amici a quattro zampe, nonché ottimi compagni di lunghe camminate: Luna e Walt. L’artista è stato molto disponibile nel raccontarci alcune delle curiosità che riguardano il suo hobby e a mostrarci in anteprima alcune delle sue opere.
“Quando è nata la passione per la scultura?”
La scultura è il mio più grande hobby, l’ho sempre coltivata dall’età dei vent’anni, è sempre stata la mia passione oltre all’alpinismo.
“Come ha appreso i “trucchi” del mestiere?”
Conosco tutte queste cose perché da giovane ero saldatore patentato, avevo il patentino internazionale, anche grazie alla buona vista, ed il mio lavoro mi ha permesso di viaggiare molto ed apprendere molto: sono stato un po’ in tutta Italia, in Francia e in Tunisia a saldare; inoltre ci tengo a dire che ricordo con piacere quei momenti perché ho conosciuto molta gente ed ho visto molte cose interessanti.
“Come realizza i suoi gioielli?”
Per costruire le mie opere innanzitutto faccio la base, la scheletrato, e poi le modello fino ad ottenere la figura desiderata, come mi piace dire “al posto di togliere, metto”. Di solito scelgo personalmente una pietra chiara, la quarzite, che faccia risaltare l’opera scura.
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“Quanto tempo occorre per creare le sculture e dove le realizza?”
In genere una decina di giorni, ma per alcune delle mie più belle ed impegnative opere, ci sono voluti persino mesi di saldatura: ad esempio per le rane ho impiegato un mese, poiché bisogna essere molto attenti ai dettagli. I gioielli li costruisco nel mio laboratorio, che può a taluni apparire davvero disordinato, ma qui c’è tutto ciò che mi serve ed io riesco, proprio per suddetta posizione degli oggetti, a trovare tutto con facilità.
“Quante ore dedica ai suoi modellini durante la giornata?”
Al giorno impiego, quando lavoro duramente, minimo otto ore, ma non tutti i giorni lo faccio, soprattutto d’estate molto spesso amo andare in montagna con i miei cani, e mi creda, a vederli felici è un divertimento anche per me.
“Da che cosa prende spunto per realizzare le sue opere d’arte?
Tutto ciò che ho progettato è frutto della mia creatività ed immaginazione, andando in montagna vedo gli animali e questo mi facilita molto nel momento cui mi metto all’opera. In genere quindi uso l’ispirazione; l’unica cosa che ho guardato nelle foto è stata la tartaruga che è esposta nel mio giardino, in quanto questo genere di animali si vedono poco nelle nostre zone, e, per curare i dettagli, ho dovuto osservare un’immagine.
“Cosa rappresenta più frequentemente?”
Nelle mie opere d’arte, tutte datate e titolate, rappresento più frequentemente galli, cinghiali, ho poi costruito una meridiana, un tramonto, un gufo, il mondo vicino ad un piede un po’ tetro, alcuni cinghiali in lotta, dei camosci, gli stambecchi, il cavallo, il ratto delle sabine, il bue, due galli in lotta con un cinghialotto, la dea alata, il Cristo nel pilone, e poi l’albero della vita che gira, il quale rappresenta il ciclo della vita in modo originale, con in alto l’incertezza, la quale risiede dopo la morte; inoltre il piedistallo è stato creato apposta ed il tronco sembra (volutamente, ndr) in legno, indi ciò che rappresento si basa sul quotidiano. Si tratta di pezzi unici perché umanamente è difficilissimo fare pezzi uguali. La mia penultima opera è stata la lumaca, un soggetto rappresentato più volte ed in differenti grandezze, persino nei piattini, la quale mangia una mela, posata su una foglia. I colori che si vedono sono il risalto della saldatura.
“Le sue opere d’arte le conserva presso la sua dimora o le vende?”
Entrambe le cose. Amo creare le mie statue, tenerle in giardino e di tanto in tanto godere di tanta bellezza; succede talvolta che quando qualche amico si sposa io doni loro un pensierino creato da me, mi riferisco soprattutto alle opere di carattere religioso, ma accade anche che qualcuno mi commissioni un’opera e, se sono in grado, la creo con piacere. Io ho esposto per molti anni, sono stato premiato a Torino in diversi concorsi, a Cuneo, nella Sala delle colonne, ho inoltre esposto a Fossano, ad Alessandria, ma non solo in Piemonte, un po’ dappertutto, persino in Sardegna, ma tuttora esporre è diventato troppo impegnativo ed oneroso, al momento per poter esporre occorre registrare tutto, possedere la partita IVA, ed ultimo, ma non meno importante, quando si va in galleria si è tenuti a pagare una spesa fissa, perciò lo faccio nel mio piccolo poiché è più che altro una soddisfazione personale.
“A quanto vende i suoi pezzi unici?”
Le mie opere sono tutt’altro che economiche: le faccio un esempio, per la tartaruga che possiedo in giardino, mi ci sono voluti ben quattro mesi di lavoro, oltre al costo pari a circa trecento euro di elettrodi in acciaio inossidabile (i quali sono tutti pezzi italiani, di classe, e il loro prezzo dipende dal cromo che hanno, che è costosissimo), ad ogni modo il prezzo per suddetta opera è intorno ai dieci-dodicimila euro. Io stesso lo ritengo troppo elevato, pur ammettendo che durano nei millenni, essendo in acciaio A.I.S.I 316 antiacido. Pensi ad esempio all’esemplare di aquila esposto nel giardino, pur essendo soggetto alle intemperie è sempre perfetto, questo è anche uno dei motivi per cui ho scelto di creare le mie opere d’arte in acciaio inossidabile.
“Qual è la sua opera preferita?”
Non c’è un’opera che preferisco, o meglio, sono tutte le mie preferite, poiché ognuna racchiude in sé una propria storia ed ognuna porta con sé proprie caratteristiche che le rendono uniche nel loro genere. Inoltre mi portano indietro nel tempo con i pensieri, anche perché so quanto tempo, energia e dedizione ho impiegato.
“Quante opere ha realizzato nella sua vita e quale è il soggetto che preferisce rappresentare?”
Nella mia vita ha realizzato circa duecentocinquanta opere, forse qualcuna in più, e ciò che preferisco creare è la complessità del corpo umano, è interessante dare un’espressione ad ogni volto e anche i capelli non sono semplici, in quanto necessitano di una fusione differente. Ci vuole molta concentrazione, ed io l’ho appreso a mie spese, in quanto mi è già successo che, magari alla fine, anche solo a causa di un minimo errore, io abbia dovuto ripartire daccapo.
“Ha dei progetti in mente per il futuro?”
Ho molti pensieri ma occorre ancora decidere il come e il quando.
Una mia caratteristica è che ho sempre due o tre opere iniziate, perché non tutti i giorni ho voglia di lavorare la stessa, soprattutto quando si tratta di opere particolarmente impegnative e che necessitano di tempo e molta costanza, mi vengono in mente esemplari quali la rana, la lumaca, dove sono i dettagli a mostrare la bravura di un artista, inoltre lavoro contemporaneamente a diverse sculture, anche perché il materiale si scalda e dovrei attendere, o meglio, potrei raffreddarlo ma non so come reagisce. Sto pensando di fare in futuro un Cristo come quello posseduto da Papa Karol Wojtyla.
Simona Garino