– Come consigliere provinciale e presidente della Coop. Agricola Buschese occupi una posizione che ti permette di conoscere bene la situazione economica della Provincia. Qual è lo stato di salute? Come si ripercuote la crisi nel nostro territorio? Quali sono i settori più penalizzati?
Purtroppo anche la nostra Provincia sta subendo i drammatici effetti della crisi: disoccupazione, calo dei consumi, aziende in difficoltà, pubbliche amministrazioni che faticano a pagare i fornitori, una situazione che mai prima d’ora aveva colpito il territorio provinciale con tanta gravità. Le aziende boccheggiano sotto i colpi mortali dell’Imu, dell’Iva, dell’Irap, dell’Inps, dell’Inail, di adempimenti burocratici, sovente assurdi ed incomprensibili, ma soprattutto costosi. I settori più penalizzati sono quelli che si avvalgono di manodopera, che hanno dipendenti, mentre le aziende a conduzione famigliare lavorando di più e guadagnando di meno, a volte non guadagnando affatto, riescono ancora a sopravvivere.
– Quale entità raggiunge la disoccupazione, in particolare quella giovanile? Quale consiglio ti sentiresti di dare a un giovane che si affaccia al mondo del lavoro?Sappiamo che ormai il lavoro bisogna inventarselo, ma in quali ambiti?
Le percentuali di disoccupazione nella nostra Provincia non sono mai state così alte come adesso. Certamente, ormai è un’illusione trovare lavoro a tempo indeterminato. Per i giovani c’è ancora il salvagente del contratto di apprendistato, devono però essere disponibili a qualsiasi tipo di lavoro, indipendentemente dagli studi o dalle qualifiche acquisite; mentre è drammatica la situazione per chi perde il lavoro in età avanzata. Credo che i settori dell’artigianato di vario genere siano ancora gli ambiti con maggiori prospettive.
– C’è attualmente qualche ramo dell’economia in sviluppo?
Il settore delle energie alternative, anche visto il continuo aumento del costo energetico, avrà sicuramente degli sviluppi. Trattandosi tuttavia di un campo in continua evoluzione necessita di investimenti nella ricerca e a lungo termine non facili in tempi come questi con grandi difficoltà di credito da parte delle banche.
– Sei ottimista o pessimista riguardo all’uscita dalla recessione?
Per il momento non vedo vie di uscita a breve termine da questa situazione economica. Occorrerebbero innanzitutto misure di defiscalizzazione per le imprese e incentivi a chi crea occupazione, ma manca la volontà politica… forse sono troppo impegnati a salvaguardare i loro vergognosi privilegi.
– Ti sembrano efficaci i provvedimenti presi dal governo?
Questo governo ha dovuto affrontare una situazione di emergenza, in gran parte imputabile ad un fallimento della politica degli ultimi decenni.
– Cosa pensi dell’abolizione o del raggruppamento delle province?
Personalmente, a discapito della carica che occupo, sono fortemente favorevole all’abolizione o almeno all’accorpamento delle Province e, aggiungo, sopratutto delle Prefetture. Si tratta di organismi istituzionali anacronistici, le cui funzioni possono essere svolte in maniera molto più snella ed efficace da altre istituzioni rappresentative del territorio. Sono, invece, favorevole al mantenimento dei comuni, piccoli e grandi: sono il vero presidio del territorio e i sindaci e gli amministratori sono i veri volontari. I costi e gli sprechi sono da un’altra parte.
– In quali settori individui i maggiori sprechi di denaro pubblico e la maggiore corruzione?
Dal mio osservatorio, forse privilegiato di consigliere provinciale e di legale rappresentante di un’azienda con 33 dipendenti, ho maturato delle convinzioni molto negative su chi in questi ultimi anni ci ha governato e ha promulgato le leggi con le quali oggi dobbiamo convivere e fare i conti e che sono la prima causa dell’attuale situazione. Il mio giudizio è negativo ed è trasversale nei confronti di tutti gli schieramenti politici. Quando sento nei dibattiti pubblici che si vuol affidare l’Italia alle cure delle stesse persone che l’hanno rovinata, mi vengono i brividi. Ho capito molto, anche se non credo tutto, di come funziona la macchina politica nei palazzi del potere: i casi eclatanti venuti a galla in questi ultimi tempi sono purtroppo solo la punta dell’iceberg. I vergognosi privilegi che la casta politica si è data, che vanno dai vitalizi al barbiere, dagli aerei ai portaborse, dai finanziamenti ai partiti alle auto blu, sono una vergogna. Quello che i cittadini non sanno è che dietro la Casta ci sono altre decine di migliaia di “cavalier serventi”, che godono di altrettanti e uguali privilegi e trattamenti economici, che sono un insulto a chi deve vivere con una pensione di alcune centinaia di euro al mese. Il direttore dell’Inps, che elargisce queste elemosine, guadagna, anzi prende, oltre un milione di euro all’anno, e probabilmente ha il dono dell’ubiquità dato che ha tre o quattro lavori!
– Sembra che i partiti si occupino di campagna elettorale, di alleanze, della loro politica interna, ma non di programmi concreti. Cosa ne pensi?
I partiti sono impegnati in una battaglia di potere, non certamente di programmi. Credo che alla fine andremo a votare con la vergognosa legge elettorale del porcellum e dei listini regionali, che ci condannerà ad avere un Parlamento e dei Consigli regionali di nominati, pieno di trote, di avanotti, di papere e di ochette… e con un Parlamento di tale levatura è molto difficile essere ottimisti.
– Come Presidente della Commissione Agricoltura, Caccia, Pesca, puoi darci qualche commento?
La Provincia in materia di Agricoltura ha una competenza puramente di istruttoria delle pratiche di finanziamento regionale. La Commissione Agricoltura è un organo consultivo che si riunisce su determinate problematiche e dà delle indicazioni all’Assessore competente. Forse l’agricoltura, grazie ai non orari di lavoro, alle non festività, alle non ferie, complessivamente è il settore che sta meno peggio. Tuttavia, il costo energetico, dei carburanti, dei mezzi tecnici, concimi, macchine agricole, antiparassitari, metteranno presto il settore ko. Le prospettive sono tutt’altro che rosee e se crolla ancora il settore agricoltura e il suo indotto sarà veramente la fine.